L’azienda Caruso & Minini rappresenta una delle realtà più vive del panorama economico siciliano.
Pubblico volentieri questa intervista, in quanto conosco il titolare Stefano Caruso da circa 10 anni, ho visitato alcune volte la bella ed accogliente cantina, degustato a piu’ riprese i suoi vini dall’ottimo rapporto Q/P , fedeli interpreti del territorio marsalese.
Stefano Caruso una persona seria, lungimirante ed intelligente, un degno rappresentante della nuova Sicilia, che ha voglia di riscatto e di presentarsi al mondo per quanto vale e per quello che realmente riesce a produrre di buono !
( Un articolo sul vitigno autoctono perricone al link : https://www.winetaste.it/il-perricone-di-sicilia/ )
Buona lettura
Roberto Gatti
Un agronomo che incontra un importante distributore dando vita a un’azienda che si fa ambasciatrice per la sicilia del vino di alta qualità, con l’obiettivo di “sorprendere per originalità, carattere ed eleganza”. Ne abbiamo parlato con Stefano Caruso, presidente del Cda.
Quattro generazioni di viticoltori. Qual è il segreto di un successo così duraturo?
“Il segreto del nostro successo si fonda sulla passione per la campagna. La nostra terra è piena di contenuti e di storia che permettono, tramandandoli di padre in figlio, di promuovere il nostro patrimonio. Quando la tradizione incontra l’amore per la terra nasce l’obbligo di valorizzare le proprie risorse sia sui mercati nazionali che internazionali.”
Qual è il ruolo che svolge l’enoturismo nello sviluppo dell’azienda?
“L’enoturismo è un’aspetto fondamentale all’interno dell’azienda. La Sicilia viene spesso nominata per i suoi lati negativi che tutti conosciamo, ma in realtà offre ben altro. Dal clima ai paesaggi, dalla qualità della terra alle bellezze storiche e artistiche fino alle splendide coste. L’enoturismo rappresenta il volano per far capire alla gente che realmente la Sicilia ha una marcia in più. Quindi incentivare l’enoturismo significa valorizzare la nostra storia, le nostre tradizioni e le potenzialità che offre la nostra terra. É necessari far vedere agli altri che venendo in Siclia si può stare bene. La nostra azienda punta molto sull’enoturismo, infatti siamo accreditati con molti tour operator e abbiamo un afflusso di visitatori annui pari a circa 7000 unità.”
La Caruso & Minini è un’azienda che esporta in diversi paesi nel mondo. Che ruolo ha l’internazionalizzazione per le aziende siciliane?
“Il momento è veramente difficile. Stiamo attraversando una crisi finanziaria non indifferente e rivolgersi ai mercati internazionali significa proporre delle alternative di contenuto al proprio conto economico. Bisogna partire da una premessa. Il nostro vino fino a non molto tempo fa era conosciuto solo come vino da taglio, ma nell’ultimo ventennio in molti stanno scoprendo come la Sicilia sia in grado di produrre ottimi vini. Rivolgersi ai mercati internazionali dunque, come sta facendo la nostra azienda che è presente in 26 paesi in tutto il mondo, permette di diversificare il prodotto a secondo dei mercati e di sfruttare al meglio la qualità dei nostri prodotti. Il risultato è un minor rischio in termini economici, maggior diffusione del prodotto Sicilia nei mercati esteri e grande valorizzazione dei nostri prodotti e della nostra terra. Dobbiamo ricordare che l’internazionalizzazione è un processo fondamentale perché la nostra regione è forse l’unica in grado di offrire dei microclimi con dei prodotti tipici per ogni zona, con un grande varietà nell’offerta che si accompagna ad un’eccelente qualità. Un potenziale enorme di cui forse gli unici che no ne hanno preso pienamente coscienza sono i siciliani.”
Quale consiglio si sente di dare alle aziende siciliane in un momento di crisi come questo?
“Il primo consiglio in assoluto è fare sistema. È necessario rendersi conto che da soli non si può fare molta strada. In Sicilia ci sono varie organizzazioni che promuovono questo processo. La nostra azienda per esempio fa parte dell’Assovini Sicilia, con sede a palermo, che comprende oltre 75 aziende che rappresentano l’80% del vino imbottigliato della regione con un fatturato totale di circa 250 milioni. Così le aziende fanno sistema per poter affrontare i mercati attraverso un sostegno reciproco. Un aiuto imprescindibile per affrontare in particolare i mercati esteri, dove i nostri prodotti possono e devono essere protagonisti. In questo senso è importante sottolineare come, se è pur vero che ogni azienda è una concorrente delle altre sul territorio, d’altra parte, se riflettiamo sul fatto che la Sicilia rappresenta meno dell’1% del mercato globale, è facile rendersi conto che un’eccessiva competizione improduttiva non giova a nessuno. Andare da soli è davvero difficile, solo unendo le forze e abbattendo i costi potremo affrontare con i giusti mezzi la sfida dell’internazionalizzazione.”
( Fonte www.resapubblica.it )