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Capo di Stato: nuova vita per il vino di De Gaulle

Dall’intuizione del Conte Rosso Loredan, alla qualità della famiglia Piazza

Simile ai Bordeaux di Francia, nasce dalle vigne di Mondello. Una storia di passione e d’eccellenza

Tutto inizia da Pietro Loredan, detto il Conte Rosso, uomo con due grandi passioni nella vita.

La prima, la politica: Loredan ha una posizione strana, vicina alla destra extraparlamentare, ma senza disprezzare del tutto la sinistra. Questa sua ambiguità, è un possibile coinvolgimento nelle vicende di Piazza Fontana, lo porteranno nel 1972 alla fuga in Argentina.

Ma Loredan è anche un maestro vignaiolo, che esercita la sua arte nelle terre di Mondello, provincia di Treviso. La sua più grande intuizione, trasportare in Italia, il taglio bordolese dei vini francesi, l’equilibrio di Cabernet e Merlot. Il Conte Rosso non si ferma però ai due, ed aggiunge anche Malbec.

Proprio questo vino triplice ottiene consacrazione internazionale. Fine Anni Sessanta: Charles De Gaulle soggiorna al Hotel Gritti di Venezia ed assaggia il rosso di Loredan. La sua reazione è entusiasta, il Generale è convinto di aver assaggiato un Bordeaux della patria. Il Conte Rosso è onorato è decide di chiamare il vino Capo di Stato; commissiona inoltre a Tono Zancaro una duplice etichetta, maschile e femminile come vino ed uva.

Quando Loredan emigra, l’azienda viene acquistata da Giancarlo Piazza: Lorenzo, suo figlio ed erede, ricorda oneri ed onori. Di base, gli standard del Capo di Stato “E’ un eredità che forse ci ha penalizzato”, ma che nel contempo ha imposto “Una linea di qualità in vigna e cantina che abbiamo sposato in pieno”.

Allora, l’offerta dell’azienda Piazza si basa su tre vini: un Prosecco, un Metodo Classico ed, ovviamente, il Capo di Stato. Le regole per ottenerlo sono rigorose: almeno cinque anni in legno e bottiglia. Poi, vengono selezionate solo le annate migliori, al massimo 20.000 bottiglie per annata.

Criteri rigorosi, ma che portano alla qualità: il vino di De Gaulle è (e rimane) potente, caldo e corposo, una tradizione che viene premiata.

Conclude infatti Palla: “È rimasto sempre nel suo stile, mentre tutto intorno cambiava. Negli anni 90, con la rivoluzione dei rossi nel mondo, si sono imposti vini più muscolosi, fruttati e strutturati. Finita quella l’ondata, il nostro Capo di Stato comincia a riemergere. Abbiamo appena ottenuto una medaglia d’oro al Merano Wine Festival”.

 

( Fonte www.newsfood.com )

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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