Curiosità

Cantina di Venosa, se ogni vino racconta una storia

Riprendo e propongo questo articolo per due motivi : il primo è che sono innamorato, da sempre, fin dal lontano 1990 della tipologia ; in secondo luogo perchè è stato un aglianico del Vulture di questa azienda a farmi perdere la testa per la tipologia, ovvero  ” Il Carato Venusio Superiore Docg ” . Poi negli anni ho trovato altre aziende del comprensorio degne di nota : Cantina del Notaio ; Cantina Il Passo ; Vigne Mastrodomenico ; Elena Fucci ; Basilisco ; Paternoster ecc. Un comprensorio tra i piu’ vocati d’ Italia !

Buona lettura

 

vigna aglianico del Vulture

 

Una tragedia romanzata a suon di calici quella descritta dalle bottiglie dell’azienda del Vulture. A partire da un femminicidio del 1500

Una tragedia romanzata a suon di calici. Con il vino, nella fattispecie l’Aglianico del Vulture, nobile rosso con gli attributi che si produce nel nord est della Basilicata dal profumo delicato di frutti neri maturi, e con le sue uve. Quella di Gesualdo da Venosa, di sua moglie Maria D’Avalos e di Fabrizio Il Carafa (l’Incomodo) è una storia tremendamente attuale, la narrazione di un femminicidio, di un tradimento. Cantina di Venosa ha pensato di farci delle etichette. Di creare anche una narrazione, dove gelosia, passione e palato s’intrecciano in un mix esplosivo di sapori, contaminazioni e storia. Leggenda e tradizione.

Gusto, immaginazione e sperimentazione, insomma. Carpe diem, avrebbe detto il poeta latino Orazio Flacco, originario proprio di Venosa, uno dei borghi più belli ed affascinanti d’Italia. Le colline venosine rappresentano un perfetto connubio fra il terreno, di origine vulcanica, rigogliosa per l’agricoltura, e una fortunata esposizione climatica. Insomma 2000 anni e non sentirli come il vino dal sapore antico prodotto dalle uve del Vulture, il vulcano sul cui suolo viene coltivato il vitigno che lo genera.

 

una veduta di Venosa

I MAGNIFICI TRE

Non bisognerà andare a teatro, né al cinema. Neanche in libreria. Ma a tavola. Al ristorante oppure comodamente a casa. La parola d’ordine è degustare. Assaggiare, facendo un passo indietro nel tempo. Alla fine del 1500 quando Carlo Gesualdo, compositore italiano, nobile signore del Regno di Napoli, principe di Venosa, uccise la sua prima moglie, la bellissima Maria D’Avalos e il suo amante, Fabrizio Il Carafa, sorpresi in flagranza di adulterio. Tre appunto le etichette.

Come i protagonisti di questa storia. Un rosso, un rosato, un bianco. “Gesualdo da Venosa”, Aglianico del Vulture D.O.C.G., affinato in piccole botti di rovere francese da 18 a 24 mesi e in bottiglia per almeno 12 mesi. Si abbina meravigliosamente con arrosto di carni rosse, cacciagione e formaggi stagionati. Poi c’è il secondo vino “Incomodo di Maria D’Avalos”, un rosato, Merlot con fermentazione di parte del mosto barrique a temperatura controllata. Fresco ed equilibrato con piacevoli note vanigliato. Si adatta perfettamente alle cruditè di mare e a piatti estremamente delicati.

Ed infine c’è lei. “D’Avalos di Gesualdo”, un bianco, un Greco con breve macerazione a freddo e fermentazione in acciaio. Vino elegante, giallo paglierino chiaro, bouquet fruttato con qualche nota speziata, capace di esaltare al meglio il terroir vulcanico. Ideale da servire con piatti di mare, risotti, zuppe contadine, carni bianche e formaggi freschi.

 

MATEMATICO

Una menzione speciale la merita “Matematico”, un taglio bordolese ottenuto da uve Merlot e Aglianico raccolte a mano, affinato in barrique francesi per circa 6 mesi: 14,5%. Al naso lascia percepire un bouquet olfattivo complesso e profondo, dove emergono lampone, marasca, prugna secca e ciliegia, arricchiti dai terziari di vaniglia, pepe bianco e tabacco. Il “Matematico” è un vino da arrosti, primi piatti della cucina mediterranea, cacciagione e formaggi stagionati.

I NUMERI DELL’AGLIANICO

È di circa 4000 ettari la superficie della Basilicata (Nord-Est) coltivata a vite, di cui 47% in montagna, 45% in collina e 8% in pianura, con una produzione di vino di 100 mila ettolitri e circa 1.300 ettari dove viene realizzato l’Aglianico del Vulture D.O.C. e l’Aglianico del Vulture Superiore D.O.C.G. Sono oltre 250 le aziende iscritte al sistema di controlli e quasi 60 quelle che hanno ritirato i contrassegni di Stato da applicare sulle bottiglie.

L’Aglianico del Vulture è ottenuto dalla vinificazione in purezza e le uve vengono coltivate fino ad 800 metri, ma le condizioni migliori si ottengono fra i 200 e i 600 metri. Due, infine, le diciture che indicano il tempo di invecchiamento: Vecchio (minimo 3 anni) e Riserva (5 anni). Il grado alcolico oscilla fra gli 11,5 e i 15 gradi. Il vino non può essere messo in commercio prima di un anno dalla vendemmia ed è consigliabile da consumare a partire dal terzo. “Nunc est bidendum” avrebbe detto Orazio Flacco. Lui l’Aglianico lo conosceva bene.

( Fonte La Repubblica )

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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