I cambiamenti climatici sono in atto, scrive l’Ipcc nel suo ultimo rapporto, ma tra i problemi che abbiamo a riconoscerli come un problema c’è il fatto che non li possiamo toccare con mano.
Vi basti allora assaggiare un sorso di vino scozzese, e sentirete in bocca tutto il sapore di un disastro che porta danni ma anche benefici: mentre presto l’Italia potrebbe essere troppo calda per fare del buon vino, ecco che si affaccia un nuovo quanto insolito produttore: la Scozia, finora dedita soltanto all’ottimo whisky.
Christofer Trotter ci lavorava da quattro anni, e adesso finalmente è giunta l’ora abbastanza calda: il 2014 sarà ricordato anche come l’anno del primo imbottigliamento di vino scozzese, precisamente – scusate se è poco – del vino ricavato da viti che crescono e si fortificano ad Upper Largo, a nord di Edimburgo, dove lo scorso anno l’estate ha portato temperature record di 21,4 gradi: perfette per la varietà di vite Solaris, una qualità tedesca molto resistente e che dà buon vino bianco.
Il suo Chateau Largo è per ora un esperimento, ma lo scrittore e chef Trotter è in cerca di capitali per allargare la produzione del primo vino scozzese della storia.
( Fonte www.wired.it/ )
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