L’appuntamento autunnale con “Bollicine” va definendosi…
L’evento nazionale dedicato agli spumanti italiani che si terrà il 5-6 ottobre 2014 a Villa Braida a Mogliano Veneto (TV), grazie ai “laboratori” si arricchisce di interessanti approfondimenti.
L’assaggio ai banchi delle centinaia di bollicine dei produttori presenti rimane il cuore della due giorni, ma c’è tanto altro da fare. L’area delle degustazioni guidate sarà un vero e proprio laboratorio. Esperti del settore e appassionati si confronteranno sui temi principali della spumantistica italiana:
– “Bollicine indigene”: non solo di Chardonnay e di Pinot Nero vive lo spumante nostrano. In nessun altro paese al mondo vi sono così tante uve autoctone spumantizzate. Bollicine di Erbaluce di Caluso, di Bombino bianco, di Carricante? Certo che sì, per bere qualcosa di diverso, ma anche per raccontare territori attraverso le uve che li rappresentano
– I terroir del Pinot Nero: da ovest ad est del Paese, l’uva francese ha trovato diversi ambienti di elezione. Ci si muove dall’Alta Langa, passando per l’Oltrepò Pavese, per arrivare in Trentino Alto Adige. Calici diversi che delineano profili di collina e di montagna
– I marchi Storici delle Bollicine italiane: Gancia, Ferrari, Contratto, Carpené Malvolti… Un laboratorio con degustazione, per ripercorrere la storia della bollicina italiana. Il resto, è anche mito…
– Le tipologie del Prosecco: in principio era l’extra-dry, poi anche brut e c’è chi si cimenta con l’extra-brut. La bollicina italiana più venduta nel mondo vince in versatilità e prezzi concorrenziali. L’uva Glera ha molto ancora da raccontare
– Il Trento Doc: una denominazione che parla di valli alpine e prealpine con vigne che si arrampicano fino a 800 metri di altezza e che, tradotta nel bicchiere, significa freschezza e mineralità. Quando il Metodo Classico è di casa
– L’Oltrepò Pavese: stessa latitudine di Bordeaux per questo pezzo di Lombardia che ha trovato nel Pinot Nero un ambasciatore importante in fatto di bollicine. La scommessa si chiama Cruasé. Sarà l’occasione per fare anche il punto su questa versione rosé
– Dosaggio Zero: ovvero meno tre grammi di zucchero per litro. Una beva dritta, tagliente e che non concede nulla alla morbidezza. Piace sempre di più. Capiamo il perché
– Il Satèn: il lato vellutato del Franciacorta, con quella pungenza calibrata così caratteristica. Marchio nato nel 1995, a distanza di quasi vent’anni raccontiamo la sua storia
– Il Lambrusco: mai tranquillo, frizzante o spumante, si gioca la partita del podio con Asti e Prosecco. Un vino più amato dal pubblico che della critica. Almeno così era un tempo. Oggi la bollicina emiliana punta sull’abbinabilità con il cibo, anche sulle grandi tavole.
…e ancora
– quali sono le bollicine più adatte all’ “ora felice”? Ovvero, spumanti sul far della sera, da fine ufficio o semplicemente da “ora stacco e mi rilasso”
– l’abbinamento perfetto… non esiste! Data la premessa, pasteggiare a bollicine mette allegria. E a chi pensa che sia il vino delle feste si può rispondere “E se festeggiassimo più spesso?”. Tuttavia un vademecum con le dritte giuste proviamo a farlo, per orientarci nella scelta….
– bollicine al bancone bar: ghiaccio, shaker, mixing glass, rum, brandy e….bollicine. Non avete che da prendere appunti se vi piace il mixology abbinato agli spumanti. Sarà anche tempo di cocktail a Villa Braida!
Per partecipare alla degustazioni è necessaria la prenotazione (alcune saranno gratuite, altre a pagamento) inviando un’email a info@it-quality.it
Sarà presente anche una piccola area Food.
La giornata di lunedì 6 ottobre è riservata esclusivamente agli operatori del settore.
Prossimamente online su www.bollicineitalia.com potrete conoscere il programma dettagliato dei laborarori ed ulteriori dettagli.
( Fonte Corrieredelvino )