Biodigestore a Chianche, non si ferma la protesta. La filiera vitivinicola conferma il suo fermo no ad un’iniziativa incompatibile con le esigenze di sviluppo dell’area Docg del Greco di Tufo. La realizzazione del nuovo impianto sarebbe un colpo mortale ad un settore di assoluto pregio e prestigio, punta di diamante della nostra economia.
I Comuni di Torrioni, Altavilla Irpina, Petruro Irpino, Ceppaloni, Tufo e Santa Paolina hanno già presentato ricorso al Tar della Campania contro la Regione Campania e il Comune di Chianche per chiedere l’annullamento, previa sospensione, della delibera relativa alla programmazione di interventi di realizzazione di impianti per il trattamento della frazione organica a valere sulle risorse Fsc 2014/2020.
Piero Mastroberardino, amministratore della storica azienda vitivinicola di Atripalda, ricorda l’articolo 1 del TU sul vino, L.238/2016, in cui si precisa che “il vino, prodotto della vite, la vite e i territori viticoli, quali frutto del lavoro, dell’insieme delle competenze, delle conoscenze, delle pratiche e delle tradizioni, costituiscono un patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare negli aspetti di sostenibilita’ sociale, economica, produttiva, ambientale e culturale”.
“E’ come se domani – incalza Mastroberardino – si decidesse di installare un impianto del genere negli scavi di Pompei. Credo che sia un’ipotesi che non sia mai passata nella testa di nessuno. Ecco, credo che si debba finalmente capire che anche le nostre produzioni di qualità, piaccia o meno, costituiscono un patrimonio culturale nazionale da salvaguardare in tutti i modi”.
Il riferimento, neanche troppo velato, è alle recenti dichiarazioni del governatore De Luca che ha annunciato la prossima realizzazione di nuovi impianti di compostaggio, precisando che, se necessario, andrà avanti anche con qualche forzatura, nel pieno rispetto dei poteri straordinari affidati alla Regione dalla nuova legge in materia.
Per fermare il nuovo investimento a Chianche, i Comuni e le Associazioni per la tutela della Valle del Sabato hanno dato vita ad un Comitato unitario nato per contrastare, anche sul piano legale, la decisione emersa dalla recente delibera della giunta regionale. Un fronte di protesta che vede il Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia, di cui Mastroberardino fa parte, impegnato in prima linea.
“La nostra provincia – continua – non può permettersi il lusso di mettere a rischio uno dei settori di riferimento della nostra economia. I vini irpini sono riconosciuti e apprezzati in tutto il mondo anche per il connubio vincente che li lega ad un territorio che resta in buona parte incontaminato. Credo – conclude l’imprenditore – che una singola amministrazione non possa non considerare gli interessi e le valutazioni delle comunità limitrofe. Su certe problematiche sarebbero sempre auspicali scelte e decisioni condivise”.
( Fonte Irpinianews )