Home Curiosità Bagaladi in lutto per la scomparsa del nonnino (106 anni) Pietro Anghelone

Bagaladi in lutto per la scomparsa del nonnino (106 anni) Pietro Anghelone

Nonno Pietro, ci ha lasciati, dopo 106 anni di vita dignitosa e sana, a contatto con la natura, il verde e l’ossigeno. L’anziano si è spento nella sua casa, circondato dall’affetto dei suoi cari: la figlia Agostina il genero Nino Perpiglia e nipoti, con cui viveva, ma anche gli altri parenti, amici e conoscenti

LA SCOMPARSA DI PIETRO ANGHELONE, BAGALADI HA PERSO IL SUO CAMPIONE

 

 

Bagaladi (Reggio Calabria) – Quando muore un grande vecchio e Pietro lo era, non solo per Bagaladi, si accendono i commenti. Familiari, parenti, amici e conoscenti, si stringono intorno ai dolenti. Il film della sua vita viene passato al ralenti. La sua infanzia, l’adolescenza, l’età adulta, il matrimonio, i figli, il lavoro, la chiesa, la campagna; esperto nella lavorazione dei muri a secco o “armaceri”. Portava un nome impegnativo…”Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo eclesiam meam”…Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia casa. La comunità bagaladese, si è fermata per rendere omaggio ad un grande uomo ed accompagnarlo all’ultima dimora. Si è spento serenamente, così com’era vissuto. Con una dignità che spostava le montagne. A memoria d’uomo, non si ricorda un vecchio, sancta sanctorum, così grande a Bagaladi e nel vasto comprensorio melitese. “A quell’età, sono teneri ed indifesi come i bambini, sosteneva un geriatra di fama, in un convegno di Medicina, a cui abbiamo partecipato da invitati. Basta un niente per ammalarsi. Le difese immunologiche, sono opinabili. Di solito, questi vegliardi riescono a raggiungere e superare i cento anni, che rimangono un bel traguardo, nient’affatto facile da tagliare, solo perché il figlio o la figlia, la nuora od il genero, il nipote o la nipote, se non altra figura, tipo la badante, si prendano cura di lui per 24 ore al giorno”. Conta molto l’alimentazione, sostenevano i gerontologi, che passano giorni, settimane a messi a prendere appunti ‘storici’ ed a confrontarsi sulla metodologìa, sulla forma e sulla sostanza. Sino agli ottant’anni.

 

Da quell’età in poi, dovrebbe scattare piano piano, un nuovo ritmo di vita; un nuovo tenore di vita. Altri parametri da rispettare…esami del sangue, esami delle urine, test cardiogramma, encefalogramma, medicine, medicine, medicine, riposo, riposo, riposo. I vecchietti, alle prese con problemi psicologici e spirituali, hanno già imparato a gestire l’ansia, le emozioni e lo stress. La tempesta chimica, ha già perso di giri. Gli ormoni hanno subìto un crollo verticale. Il cibo principale per i vecchietti, assicurano gli studiosi del fenomeno terza e quarta età, è la spiritualità. La morale continua ad avere un suo ruolo, ma è il morale ad avere un ruolo preminente. Premure, attenzioni, cure, zelo, sforzi, diligenza e scrupolo intensi, allungano sicuramente la vita della persona in questione.Cambia anche il modo di rapportarsi; le relazioni umane, si riducono di molto; le abitudini, le amicizia, le frequentazioni, si modificano. La memoria, non può essere sempre quella di un elefante. I ricordi, diventano un elemento catalizzatore. Memoria minuitur, nisi eam exerceas. L’efficienza fisica e psichica, la funzionalità, l’efficacia dell’organismo, non è e non potrebbe essere al cento per cento.

 

Acciacchi senili e presenili, sono la regola; collegati allo status delle ossa, dei muscoli, dei tendini, della cartilagine…ipertensione, arteriosclerosi, osteoporosi, cefalea, emicrania, depressione, insonnia, lombalgia, sciatalgia, brachialgia, astigmatismo, presbiopia, miopìa. L’organismo, come tutti snno, ripara da solo i guasti ed i problemi. Spesso con l’aiutino della medicina tradizionale; se non dell’erboristerìa ed altri metodi e sistemi così detto moderni. Ma non è solo colpa dell’età o della ‘malasalute’. L’organismo perde colpi. Il recupero fisico è assai lento. Le cadute e le ricadute, frequenti. Cambia la dieta e cambiano anche le medicine. E, ovviamente, usi, costumi e tradizioni. Si precipita dall’ipercinetico al dinamico sino allo statico. Salvo, rara avis in terris. Vispi ed arzilli vecchietti, che non risentono delle defaillances fisiche, se non in misura minore. Entrano in gioco gli ‘scudi stellari’, i fattori ereditari, ma anche ambientali, sociali e familiari. I vecchi, che hanno seguito una dieta ‘naturale’ a base di legumi..fagioli, ceci, piselli, fave, lenticchie, fantastici alleati per tenere a bada il livello del colesterolo nel sangue e la glicemia e per aiutare le funzioni della nostra microflora intestinale….hanno più possibilità di arrivare al secolo e passa. Lattughe, cipolle, agli, rosmarino, prezzemolo, salvia, carote, finocchi, cavoli, patate, lauro, sedano, ravanelli, carote, non devono mancare mai dalla tavola.

 

Durante la loro vita questi personaggi del club dei centenari, non si sono fatti mancare, come emerge dalle nostre inchieste, di cui vi stiamo fornendo qualche stralcio in tempo reale, né latte, ricotte e formaggi freschi o stagionati locali di pecora; ma anche, vaccini o caprini. L’acqua di fonte, esente da inquinamento… atrazina, bentazone, molinate. Vino della vigna degli antenati. Olio di oliva extravergine, spremuta a mano. Quattro liquidi di base, fondamentali nella dieta secolare. I vecchietti che hanno celebrato i loro primi cento anni di vita, ci hanno sempre rivelato l’enorme quantità di frutta e verdura divorata. A beneficio dell’equilibrio della flora intestinale. Molti di loro, non avevano dimestichezza alcuna con il telefono, la radio, televisione, giornali, libri, computer, i-phone, i-pad, i-pod, computer. Le notizie circolavano con il famigerato “passaparola”, supportato dai banditori, che le propalavano nei rioni e nelle borgate. Dietro compenso del signorotto medievale e più tardi dai retaggi, che in certe zone, hanno resistito fino alle soglie del terzo millennio dell’Era Cristiana. Altri hanno imparato a convivere e coabitare con queste diavolerie tecnologiche moderne. Tutti hanno avuto un certo tipo di rapporto con Dio e con la religione.

 

Non soltanto Pasqua, Natale, la festa del santo patrono, la prima Comunione, la Cresima, il matrimonio, il battesimo, l’estrema unzione, la benedizione delle case, la Santa Messa alla domenica e nelle altre feste comandante, ma anche l’istituto della carità e della solidarietà. Alimentate da un ‘carburante’ speciale, che si chiamava bisogno e necessità; se non soglia di povertà; sorella dell’umiltà. La superbia, tipica del nostro vivere quotidiano, non aveva diritto di cittadinanza, né habitat naturale…andò a cavallo e tornò a piedi. Decenni di vita spartana, sono serviti per rinforzare l’organismo e rafforzare le proprietà immunologiche. Si giocava a…carè, riano, piriddhu o lippa, papagilormo, ‘liberare’, 24 ‘a vurpi o sentinella, alle noccioline, a fussitta, e ciappittoli, ai quattro cantoni, a cavaddhina, ‘e brigghia, ‘o brigghiaru, al pallone e così via. Ma le scene di vita sociale, si svolgevano, oltre che a scuola (pochi per la verità, se lo potevano permettere, specialmente nelle campagne che a quei tempi erano molto popolate…vedi il mondo color di rosa, svegliati con il gallo, specchiati nel ruscello, quell’aria deliziosa, non è l’aria della città; altro che villa al mare, chalet in montagna, castello, palazzo e grattacielo solo case su case, catrame e cemento; primum vivere deinde philosophari; e s’impennava, l’astina di mercurio dell’analfabetismo strumentale e di ritorno) anche nelle sezioni dei partiti, nei matrimoni, nei battesimi, nelle feste di fidanzamento e di addio al celibato, nei funerali.

 

A parte le schiddicchiate. Andavano in onda Le Bucoliche e Le Georgiche virgiliane se non scene oraziane, manzoniane, pascoliane, carducciane, leopardiane e così via. Anche in città, dicono le nostre inchieste, vivono i centenari. Sì, è vero, ma…si scopre l’acqua calda, quando si viene a sapere dalle loro stesse bocche…’Ho vissuto fino a 50-60-70 anni in tale paese, villaggio, frazione, borgata, campagna’. Ha un peso nella longevità pure il fattore ereditario, il dna. La buon’anima della mamma di Pietro Anghelone, pare sia vissuta 104 anni. Altro elemento comune ai due, il verde, l’ossigeno, la natura. Si riparavano dal freddo con il braciere a carbone; dal caldo all’ombra del pergoleto, se non di un uliveto. Altro discorso è, quello delle case basse con la copertura a tegole; le famigerate “ciaramite”. Pietro Anghelone è stato una miniera di notizie, capaci d’illuminare d’immenso i gerontocrati della Medicina, ma anche sociologi, psicologi, psico-terapeuti, antropologi, archeologi e così via. “In Paradiso ti accompagnino gli angeli,/al tuo arrivo ti accolgano i martiri,/e ti conducano nella santa Gerusalemme./Ti accolga il coro degli angeli,/e con Lazzaro povero in terra/tu possa godere il riposo eterno nel cielo./Io sono la risurrezione e la vita./Chi crede in me anche se muore vivrà;/e chiunque vive e crede in me,/non morrà in eterno./Apritemi le porte della giustizia:/entrerò e renderò grazie al Signore./Questa è la porta del Signore/per essa entrano i giusti./Celebrate il Signore, perché è buono;/perché eterna è la sua misericordia./. Aut…Nelle tue mani, Padre clementissimo, /consegniamo l’anima del-la nostro-a fratello-sorella / con la sicura speranza che risorgerà nell’ultimo giorno/insieme a tutti i morti in Cristo./Ti rendiamo grazie, o Signore,/per tutti i benefici che gli hai dato in questa vita,(come segno della tua bontà/e della comunione dei santi in Cristo./Nella tua misericordia senza limiti,/aprigli le porte del paradiso;/e a noi che restiamo quaggiù/dona la tua consolazione con le parole della fede,/fino al giorno in cui, tutti riuniti in Cristo,/potremo vivere sempre con te nella gioia eterna./Per Cristo nostro Signore./”. Melitoonline-Mnews.it esprime cordoglio e vicinanza ai parenti e familiari

 

 

( Fonte mnews.it )