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Aziende più antiche al mondo: sei su dieci sono italiane

Al secondo posto la pontificia fonderia marinelli, creata nell’anno 1000


La classifica di Family Business: prima una locanda giapponese del 718, la Houshi Onsen


MILANO – C’ un campo in cui le imprese italiane eccellono nelle classifiche mondiali. E’ quello dell’anzianit di fondazione dove le nostre imprese familiari conquistano ben 6 posti tra le prime dieci.


 


La locanda giapponese Houshi Onsen, la pi antica azienda familiare del mondo (da familybusinessmagazine.com)


Sono 13 per complessivamente le industrie del made in Italy presenti nella classifica di anzianit stilata da Family Business, una rivista americana specializzata proprio in aziende familiari, dove la Pontificia Fonderia Marinelli, che dall’anno mille produce campane, conquista il secondo posto.


 


LE PRIME DIECI – In testa alla classifica 2008 rimane saldamente in testa ancora una volta una realt giapponese, che per non pi la Kongo Gumi, societ attiva nella costruzione di templi buddisti nata nel 578, ma rea di aver ceduto alle lusinghe del mercato, visto che nel 2006 stata acquisita dal gigante dell’edilizia Takamatsu. Nell’aggiornamento della graduatoria da poco pubblicata, infatti, la vetta stata conquistata da Houshi Onsen, l’albergo-struttura termale guidato dalla stessa famiglia dal 718, quando fu fondato, secondo la leggenda, da un monaco buddista nel luogo indicato dal dio del Monte Hakusan. La genesi delle imprese nostrane presenti in classifica sar forse dai connotati meno spirituali, ma quanto ad antichit anche il made in Italy ha qualcosa da dire. La Pontificia Fonderia Marinelli, nata nell’anno mille ad Agnone (Isernia), come fonderia delle campane del Papa, conquista il podio ex equo con la cantina Chateau de Goulaine. Nata, come la storica cantina francese, nell’anno mille, la Marinelli usa ancora le antiche tecniche. Le sue campane risuonano ormai in tutto il mondo, da New York a Pechino, da Gerusalemme al Sud America, fino alla Corea. I dipendenti sono solo 20 e tra loro ci sono ancora cinque membri della famiglia Marinelli, con Pasquale direttore operativo. Per trovare un’altra impresa italiana basta scendere al quarto posto, dove si piazza la Barone Ricasoli, storico produttore di vino e olio d’oliva nato a Siena nel 1141, guidato da Francesco Ricasoli. Subito dopo, al quinto posto, ecco un nome storico del vetro, la Barovier & Toso, di Murano (Venezia): dopo essere stata fondata nel 1295, l’azienda giunta ormai alla ventesima generazione dei Barovier che, nel 1936, si fusero con i Toso. Scendendo lungo la classifica si incontrano poi due aziende fiorentine. In ottava posizione c’ la Torrini, l’impresa produttrice di gioielli fondata dal capostipite Jacopo nel 1369 e in nona la Antinori, che produce vino a partire dal 1385. Per la decima in graduatoria ci si sposta in Veneto: la Camuffo di Portogruaro (Venezia), impresa costruttrice di imbarcazioni nata nel 1438 nel porto veneziano di Khani a Creta. Dalla fondazione, per mano di El Ham Muft, ha venduto barche tra l’altro a Maometto II, alla Repubblica di Venezia, e perfino a Napoleone.


 


LE ALTRE – Le ceramiche di Grazia Deruta, azienda attiva a Torino dal 1500, hanno conquistato, oltre al mercato degli Stati Uniti, anche la dodicesima posizione. L’azienda tallonata dalla Pietro Beretta, lo storico produttore di armi di Gardone (Brescia), capace tra l’altro di piazzare la mitica rivoltella tra le mani della spia pi famosa del mondo, James Bond. Dopo questa pattuglia che si piazza nelle prime posizioni, occorre scendere fino al trentunesimo posto per trovare un’altra azienda del Made in Italy. la Cartiera Mantovana, fondata nel 1615 dalla famiglia Marenghi, tuttora guidata da Cristina Marenghi e figli. Tutte nate nel ‘700 sono le ultime italiane che affollano la classifica di Family Business: la calabrese Amarelli Fabbrica de Liquirizia di Rossano Scalo (1731), la laneria Fratelli Piacenza di Pollone, in provincia di Biella (1733), la Fonderia Daciano Colbachini di Padova (1745), il Lanificio Conte di Schio (1757).


 


 


( Fonte Corriere )

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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