âIn effettiâ?, spiega Mariapaola Graziani, psicologa dell’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Cnr di Avellino, âle tinte marrone-beige, prevalenti in autunno, creano unâatmosfera cromatica che scoraggia la progettazione e riduce la tensione psicologica, intenti che le colorate e brillanti atmosfere estive trascorse invece dilatano. Eâ la minore attività solare sul mondo vegetale che crea cromaticità più smorzate e lâeffetto che si percepisce è incline a interpretazioni che, pur più rilassate, restano positiveâ?.
Ma ciò non è valido per tutti: nei soggetti più âlabili, caratterizzati da emozioni che tendono al âneroâ, le atmosfere âsottotonoâ accentuano lâinstabilità e, in concomitanza di cause plurifattoriali (ritorno alla routine, vivere più tempo in spazi chiusi) possono esprimersi con comportamenti tendenti allâirritabilità e con sintomi fisici (senso di stanchezza, dolori articolari), che vanno oltre le âsempliciâ alterazioni dellâumore.
La letteratura scientifica di settore, del resto, conferma il âcomune sentireâ per il quale ci si sente meglio in estate, quando le giornate sono assolate e luminose, e assecondano il naturale ciclo vitale.
âGli stimoli cromaticiâ?, conclude la ricercatrice dell’Isa-Cnr, âesaltano, dunque, la componente emotiva, dando vita a relazioni sofisticate tra effetti psicologici e simbologie archetipe, riconoscibili anche in alcuni modi di dire come ârosso di vergognaâ, âbianco di pauraâ, ânero di rabbiaââ?. Frasi semplici ma che come codici cifrati, se sapientemente decodificati, rivelano desideri o censure insospettabiliâ?.
Fonte: Maria Paola Graziani, Istituto di scienze dell’alimentazione del Cnr, Avellino, tel. 0825/299312, e-mail: mpgraziani@isa.cnr.it