“Arrestate gli agropirati” La proposta shock di Coldiretti Sicilia

In molti hanno gridato allo scandalo, ma purtroppo non è una sorpresa, né una novità. Il caso degli ortaggi fintamente italiani provenienti dalla Germania scoperti ieri da Coldiretti a bordo di un tir, diretto a Catania, è un brutto film andato in onda già altre volte. Quasi una pellicola dell’orrore per gli agricoltori siciliani e per i consumatori che oltre al danno subiscono la beffa.

 

“Ogni qual volta andiamo al Brennero – racconta al telefono il presidente di Coldiretti Sicilia, Alessandro Chiarelli, proprio di rientro dal confine italiano – scorati da forze dell’ordine e da ispettori che ci aiutano a ricercare la verità, vengono fuori sorprese del genere. Cioè prodotti che si immagina siano stati coltivati in Sicilia, come il caso delle carote o dei cavoletti scoperte nel tir diretto a Catania, che invece provengono dall’Olanda”.

 

Proprio i Paesi Bassi si sarebbero trasformati in una sorta di grande hub dello smercio di questo genere di prodotti, ma il viaggio delle merci scoperte da Coldiretti comincia altrove. In Africa. “Esattamente in Nordafrica. Lì si produce ortofrutta a costi bassissimi, perché non si ha rispetto della manodopera. Poi le merci vengono inviate via mare in Olanda (ma anche in altri Paesi) e dà lì raggiungono ogni angolo dell’Europa e fra questi Catania, Palermo…Quando sappiamo bene che il percorso di un prodotto del genere deve essere inverso: coltivato nell’Europa del Sud, quindi Sicilia, Calabria e poi risalire il Continente”.

 

Questa pratica avviene non solo con l’ortofrutta, ma anche con altri prodotti come le cagliate o semilavorati o lo stesso mosto-muto che poi viene riconvertito e diventa vino. “La gente, però – dice amareggiato Chiarelli – sarà convinta di avere comprato un prodotti del territorio. Invece…”

 

Coldiretti, assieme al ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, ha fatto sentire la propria voce per contestare quanto avviene: “Abbiamo fatto rilevare che l’Europa è una regione comune, ma che deve avere delle regole comuni!”, ribadisce Chiarelli.

 

E qui entra in scena la politica e il ruolo che l’Italia in ambito comunitario: perché se, come gli altri Paesi membri, valiamo uno occorre trovare il sostegno anche oltreconfine per rivendicare ciò che gli agricoltori italiani individuano come strumento per arginare il fenomeno delle agropiraterie.

 

“La nostra vera battaglia – precisa Chiarelli – è la rintracciabilità all’origine del prodotto. Sapere, cioè dove è stato munto il latte o dove viene coltivato non dove viene semilavorato. Il problema non si risolve solo con le multe. Bisogna andare sul penale, servono le manette! Vede, per questi grandi gruppi commerciali una sanzione anche se elevata è come se fosse una partita che va a male, gli fai un baffo! Altra cosa è il rilievo penale. Se invece si agisse inasprendo le pene e effettuando controlli ancora più serrati allora non dico che il fenomeno verrà estinto, ma certamente sarà calmierato”.

 

In sostanza ciò che chiedono gli imprenditori di Coldiretti è quanto sta già avvenendo con la filiera delle carni, dove viene tracciato ogni singolo passaggio: dal pascolo fino allo scompartimento del supermercato. “Si è arrivati a questo dopo i casi di ‘Mucca pazza’ – aggiunge il presidente Chiarelli – abbiamo voluto fortemente che della carne si sapesse tutto e lo vogliamo per ogni cosa commestibile che si acquista”.

 

Per essere certi di consumare prodotti italiani e nello specifico siciliani (e quindi non rimanere fregati) un sistema, piuttosto semplice, esiste già: “Sono tante le aziende che indicano sulle etiche la provenienza di ciò che compriamo al supermercato. Basta prestare attenzione…”

 

Ma esiste anche la possibilità di comprare direttamente dai produttori: sarà l’occasione per far conoscere ai nostri figli che la frutta non nasce dentro una cassetta di un supermarket.

 

 

( Fonte http://palermo.blogsicilia.it/ )

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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