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Arquata del Tronto nelle Marche, la terra del Pecorino che rischiava di scomparire

Il Pecorino, un’eccellenza italiana originaria di Arquata del Tronto nelle Marche, che rischiava di andare persa.

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Fu soprattutto grazie alla lungimiranza di Guido Cocci Grifoni che venne riscoperto e rivalutato il Pecorino, vitigno autoctono marchigiano a bacca bianca, dal colore giallo paglierino, oggi famoso in tutto il mondo e tra i bianchi più apprezzati dell’Italia centrale. Dai primi anni Ottanta puntò su questo vino, andando controcorrente rispetto al mercato che andava preferendo vitigni internazionali, fu uno dei primi a credere nelle sue potenzialità e oggi nella sua tenuta a San Savino di Ripatransone (Ascoli Piceno), la moglie Diana e le figlie Marilena e Paola continuano la sua opera di valorizzazione.

Tutto iniziò quando scoprì un vigneto piccolissimo, quasi abbandonato con un antico vitigno denominato “Pecorino”. Marilena Cocci Grifoni: “Un piccolo appezzamento di terreno che possiamo definire giardino, 1000 metri quadrati sono tali, considerando che un ettaro sono 10mila metri quadrati”. Vincenzo Carasai, dipendente dell’azienda vitivinicola oggi in pensione, c’era quando suo padre riscoprì l’antico vitigno autoctono. “Ero qui quando tuo padre piantò i primi vitigni, erano solo 50 piante”.

 

Chiamato così perché diffuso in zone in cui si praticava la pastorizia, o Pecorino d’Arquata, dalla zona di Arquata del Tronto dove fu ritrovato, è un vitigno molto resistente, che cresce sui terreni collinari. Rischiava di andar perduto, ma ormai il Pecorino è riconosciuto come un’eccellenza italiana e una parte consistente della sua produzione è rivolta ai mercati internazionali.

 

Arquata del Tronto, una storica rocca medioevale racchiusa all’interno di due splendide aree naturali protette, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, ed il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, offre ai turisti il meglio dell’ospitalità marchigiana, oltre alla Sindone di Arquata del Tronto, un’antica “copia” della più nota Sindone di Torino.

 

 

( Fonte Travelblog )

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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