Eâ stato appena archiviato lâinteressante convegno sul mirto e le sue peculiarità che si è tenuto presso la sala congressi del suggestivo Santuario nuragico di Santa Cristina a Paulilatino, in provincia di Oristano. Dopo la parte storica e scientifica sviscerata magistralmente da Giacomo Tachis, Zeffiro Ciuffoletti e Flavia Franconi câè stato il grande pranzo a base di specialità tipiche sarde al ristorante âda Renzoâ? a Siamaggiore e infine la visita alla distilleria Tremontis , sempre a Paulilatino. Il tutto è stato organizzato da Franco e Giuseppe, detto Pepetto, Argiolas, padroni di casa e uno dei nomi di punta dellâenologia isolana. Orbene, dal convegno è venuto fuori che il mirto avrebbe proprietà antiossidanti e contrasterebbe egregiamente anche alcune malattie cardiovascolari. Insomma, sarebbe una sorta di elisir di lunga vita e una panacea per tutti i mali: O quasi. Detto questo è sicuramente vero che il mirto è consumato in Sardegna più che in ogni altra regione italiana, ed è altrettanto vero che lâisola nuragica conta il maggior numero di persone centenarie a livello nazionale. Lo stesso figlio del fondatore dellâazienda, Antonio, è un ragazzo centenario che compirà 100 anni il prossimo 26 dicembre, e se li porta addosso con disinvoltura. Di fatto bere un sorso di Mirse, il liquore a base di mirto ed erbe officinali prodotto dagli Argiolas , è bere un sorso di Sardegna. Il nome è lâomaggio colto a Dioscoride che chiamava Myrsine il mirto selvatico, la ricetta invece è stata messa a punto dagli Argiolas ed è segretissima. Ma il nome di questa bella famiglia è strettamente legato al vino e alla migliore enologia italiana. E se il capostipite iniziò i suoi commerci portando fichi dâindia, carciofi e altri frutti della Sardegna a Genova e âimportandoâ? e piantando pochi filari di Vermentino nel sud dellâisola, furono Franco e Pepetto a metà degli anni Ottanta a dare una sterzata alla produzione imboccando senza tentennamenti la strada della produzione del vino di qualità . Duecentoventi ettari a vite per 2milioni di bottiglie, più trentanove a oliveto che dà nno un olio finissimo ed elegante, sono un bella e impegnativa realtà da mandare avanti per una famiglia che sembra uscita dal âMulino biancoâ? e che lavora con unità dâintenti e coesione. Altro fondamentale ingrediente per un successo inossidabile e duraturo e per traguardi ambiziosi e ancora possibili. Infatti con Franco e Pepetto lavorano le mogli Pina e Marianna, e anche i figli danno già una mano. Fin da subito gli Argiolas hanno puntato sui vitigni autoctoni; dunque Cannonau, Carignano, Bovale, Vermentino e Monica. Il Turriga, il loro vino di maggior successo e fama, è un uvaggio di Cannonau, Bovale, Carignano e Malvasia nera che matura per 18 mesi in barriques e per altri 12 riposa in bottiglia ed è un vino complesso e imponente, maschio e imperioso; che lascia il segno e si fa ricordare. Che ha fatto incetta di premi e medaglie a tutti i concorsi ai quali ha partecipato, e che è stato battuto dalla casa dâaste Christieâs insieme a una severa selezione dei migliori vini del mondo. LâAngialis, uvaggio di Nasco e Malvasia di Cagliari sapientemente appassite, è un grandissimo vino da dessert e da meditazione, elegante, armonico e di grande personalità , che fa impallidire tanti altri celebratissimi vini della sua categoria. Una vera gemma che dà lustro alla nostra produzione nazionale. Ma dalle cantine organizzatissime e costantemente ammodernate che hanno il cuore pulsante nel cuore di Serdiana, escono vini che incantano i sensi e scaldano il cuore. A partire dai suadenti Vermentino (Is Argiolas, in testa), con la dovuta e inevitabile mineralità e con aggraziate note floreali, che richiamano immediatamente alla memoria scenari e panorami isolani unici e stampati in maniera indelebile nel nostro immaginario. Il Cerdena , base Vermentino appena corretto con un 5% di Nasco, ha struttura e personalità e una gradazione elevata ma âschermataâ? e mascherata in maniera impeccabile da morbide note di frutta matura e fiore di mandorlo. Va da sé che vini con queste caratteristiche non nascono mai per caso. Infatti in cantina câè lâenologo Mariano Morra (che ha una straordinaria somiglianza con Pierferdinando Casini, e perciò viene chiamato âpresidenteâ?) che vi lavora dal 1992 sotto la guida e la supervisione di Giacomo Tachis, che lo scoprì e lo seguì nella sua formazione professionale e poi lo volle al suo fianco nelle cantine di Serdiana. ( Fonte : Corriere Vinicolo ) |