Home DEGUSTAZIONI VINO Bianco Adamantis 2021, il SuperSüdtiroler che non c’era

Adamantis 2021, il SuperSüdtiroler che non c’era

Il diamante di Cantina Valle Isarco nell’ultima annata svela nuove profondità aromatiche e conquista per equilibrio, complessità e carattere alpino.

Disponibile sul mercato dal primo ottobre, Adamantis 2021, seconda annata del SuperSüdtiroler di Cantina Valle Isarco(Eisacktaler Kellerei), rispetto agli altri super white altoatesini suona un’altra musica, vibra su frequenze diverse. Una cifra stilistica propria della valle, che non vuole imitare né diventare una brutta copia borgognona, simbolo di modernità che punta su freschezza, eleganza, bevibilità e meno sulla potenza, e che non perda quell’idea iniziale di produrre un vino di impronta internazionale.

LA COOPERATIVA VINICOLA PIÙ GIOVANE DELL’ALTO ADIGE

Fin dalla sua nascita nel 1961, Cantina Valle Isarco si è sempre distinta come una delle realtà vinicole più dinamiche e innovative dell’Alto Adige, unendo passione, competenza e una straordinaria vocazione per i vitigni a bacca bianca. Oggi, la cooperativa vinicola più giovane dell’Alto Adige conta circa 135 viticoltori e gestisce oltre 150 ettari di vigneti distribuiti tra i 300 e i 950 metri di altitudine.

La particolarità del terroir, composto da suoli ricchi di scisto e quarzo, e il clima alpino caratterizzato da forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, conferiscono ai vini della Valle Isarco un’impronta inconfondibile, fatta di freschezza, eleganza e mineralità. Con una produzione annuale di 900mila bottiglie, di cui il 98% è rappresentato da vini bianchi, la Cantina Valle Isarco si concentra su varietà autoctone e internazionali che esprimono al meglio le caratteristiche del territorio. Tra queste, spiccano vitigni come sylvaner, müller-thurgau, gewürztraminer e soprattutto kerner.

 

vigneti di Cantina Valle Isarco

SYLVANER, LO “CHARDONNAY DI MONTAGNA” DI CANTINA VALLE ISARCO

Tutte o quasi le cantine dell’Alto Adige e delle altre zone bianchiste italiane, per le loro cuvée di punta utilizzano come base quasi sempre lo chardonnay, proprio perché nella stilistica da superwine si presta molto bene. Lo stesso Armin Gratl, direttore generale della cantina, racconta che un pensierino l’avevano fatto. “La nostra ricerca è stata quella di creare un vino che incarnasse l’eleganza e la freschezza del nostro territorio estremo. Anche noi abbiamo fatto delle prove utilizzando lo chardonnay nella cuvée. Il risultato era buono, ma seppur allevato sui nostri pendii, non rappresentava secondo noi la Valle Isarco. Grazie al lavoro di zonazione fatto negli anni scorsi sui vigneti atti ad entrare nella linea Aristos, abbiano iniziato a vinificare separatamente le varie parcelle per capirne il potenziale, fare esperienza, ed individuare la combinazione vigneto/vitigno che desse i migliori risultati per rappresentare al meglio un vino della valle. Abbiamo scelto, quindi, come elemento distintivo della cuvée il sylvaner, il nostro chardonnay di montagna, più aromatico e intenso nei profumi, dal tocco floreale, e che affinato in legno dona una certa cremosità e freschezza con quasi un grammo in più di acidità rispetto allo chardonnay”.

Armin Gratl e Stefan Donà, direttore generale e enologo di Cantina Valle Isarco

 

CUVÉE DI SYLVANER, GRÜNER VELTLINER, PINOT GRIGIO E KERNER DA ANNATA FRESCA

Punta di diamante della produzione, la cuvée Adamantis è prodotta in sole 2.000 bottiglie numerate ed è il frutto di una selezione rigorosa dei migliori filari di sylvaner (50%), grüner veltliner (20%), pinot grigio (20%) e kerner (10%). Le rese per ettaro variano dai 50 ai 65 quintali. Ognuno di questi quattro vitigni porta con sé caratteristiche proprie, il sylvaner a donare eleganza e frutto, il grüner veltliner con i suoi intriganti sentori speziati ed una punta di grafite, il pinot grigio a conferire struttura e potenza, e infine il kerner che mette in gioco una raffinata aromaticità ma soprattutto quel finale agrumato, teso, fresco che evita una chiusura troppo cremosa.

La vendemmia, manuale ed in leggero ritardo rispetto all’annata d’esordio (una settimana di differenza), si è protratta fino a metà ottobre ed ha fatto in modo che tutte e quattro le varietà raggiungessero un’ottima maturità fenolica, consentendo un maggiore utilizzo di legno nuovo (50%) per i 18 mesi di affinamento. Un legno che si è ben integrato nel blend finale, con solo metà della massa cha ha terminato la fermentazione malolattica. Una precisa scelta per preservare territorialità, acidità naturale, quel carattere alpino e non troppo “curvy”. Dopo la creazione la cuvée rimane

Adamantis Vigneti delle Dolomiti Igt 2021

 

Nel calice si presenta molto luminoso, con un colore giallo paglierino intenso e brillanti screziature verdognole, un bouquet olfattivo affascinante, complesso e preciso. Un croccante fruttato a pasta bianca e delicati sentori floreali di sambuco e biancospino, accompagnano una nota di pietra focaia ed una speziatura fine che chiude su sentori agrumati. Il sorso è teso, vibrante, pieno, dinamico. Sensazioni di erbe aromatiche e balsamiche attraversano il palato, bello l’equilibrio tra acidità e mineralità. Il finale è lungo e persistente, con una gradevole sapidità che lascia una sensazione di freschezza duratura.

( Fonte Vinonews24.it )

 

Annotazioni a margine

Piu’ corretto e realmente in linea con le percezioni gusto olfattive, sarebbe scrivere ” tra acidità e sapidità ” ( anzichè tra acidità e mineralità ) , perchè dopo numerose letture e studi di illustri ricercatori ed enologi, è emerso che quello che comunemente ed erroneamente viene chiamata ” mineralità ” altro non è che la ” sapidità ” !

La mineralità nei vini, nell’accezione piu’ intrinseca del termine NON ESISTE !