Nell’ambito di Apulia Wine Identity, che ha visto riuniti cinquanta importanti giornalisti enoici provenienti da diverse parti del mondo, mi sono recato con alcuni di loro in visita presso l’azienda Rivera. Sebastiano de Corato proprietà ed anima dell’azienda accoglie me ed i colleghi Thomas Brandl Germania, Choy Lok Kin Cina, Jacqueline Friedrich Stati Uniti, Norbert Heine Germania, Rocco Lettieri Svizzera con cordialità e gran piglio sfoderando un perfetto inglese.
Ci troviamo nell’agro ventilato di Andria, i terreni dell’azienda si trovano in parte sulle rocce quasi affioranti della Murgia ad un’altitudine di 350 m. s.l.m., altri nelle propaggini calcareo tufacee che dolcemente degradano verso il mare a quote più basse intorno a 180 s.l.m., le uve coltivate sono le varietà autoctone Nero di Troia, Bombino Nero, Uva di Troia, Pampanuto, Aglianico, Montepulciano ed anche i vitigni internazionali Chardonnay e Sauvignon Blanc.
Dopo aver testato l’intera gamma produttiva dell’azienda, ho avuto modo di degustare in verticale nelle annate 1995-2000-2005-2006 uno dei vini simbolo della Puglia, Il Falcone Doc Castel del Monte Riserva composto da 70% da Uva di Troia e 30% Montepulciano, la cui prima uscita risale al 1971. Sebastiano de Corato ci mostra con orgoglio la prima bottiglia prodotta di questo grande rosso pugliese e indicando una grande cartina ci spiega le caratteristiche dei terreni di produzione ed i relativi venti che soffiano sul comprensorio. Il nome “Il Falcone” è un omaggio all’imperatore Federico II di Svevia e alla passione con cui si dedicava alla caccia con il falcone nelle campagne che circondano Castel del Monte. Le uve dopo accurata selezione spiega su una Doc ancor più sono vinificazione in acciaio con macerazione di 12-14 giorni, il vino matura in barriques dove permane almeno 14 mesi.
Ecco le quattro annate analizzate in verticale:
1995
Nel bicchiere è granato con lievi riflessi aranciati, mostra al naso un interessantissimo stacco olfattivo per balsamicità e dolcezza, frutti rossi macerati, china, tabacco scuro, humus. L’entrata in bocca mostra un vino perfettamente godibile a sedici anni dalla vendemmia, sensazioni di calore e morbidezza raffrescati da un tannino ancora percettibile. Lunga scia sapida.
2000
Dal vivo colore granato colpisce al naso per la variegata girandola di sentori, mora e cassis disidratati, note di fungo, foglia di tabacco, spezie, carrube e balsamo. In bocca è di gran piacevolezza ed eleganza, pieno di un tannino si maturo ma tonico e di gran pulizia espressiva.
2005
Veste visiva rosso rubino d’estrema compattezza, olfatto intenso di viola, ciliegia scura e mora matura, toni vanigliati, vegetali e balsamici. Permea il palato di calore, grande freschezza e tannino asciugante, netti richiami all’olfatto nel teso finale.
2006
Dal lucente colore rosso rubino, accostandolo al naso inebria di viola, frutti rossi giovani, ciliegia, lampone, toni di stampo vegetale e liquirizia. Corposa di gioventù la progressione gustativa caratterizzata da frutto e da viva spalla acida, tannino irto e sorso saporito.
L’annata 2000 è decisamente la più intrigante, un mix poliedrico nel quale il frutto ed i sentori terziari giocano un ruolo paritetico, anche se ad onor del vero ognuna ha mostrato a pieno positive caratteristiche relative allo proprio stato evolutivo. Non c’è che dire, un grande vino del Sud.