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A ogni Regione la sua pasta: ecco perché al Sud piace liscia

Siamo leader mondiali di produzione (3,2 milioni di tonnellate) e consumo (24 chili a a testa)

 

Nel nostro mezzogiorno, tutti o quasi (99%) la mangiano, in media 4 o 5 volte alla settimana. Per quasi la metà dei cittadini del Sud è l’alimento preferito. Vince secca, tanto che quattro pacchi su dieci sono venduti a sud di Roma, mentre al Nord Ovest si preferisce fresca. Cresce quella integrale.

 

Stiamo parlando della pasta, messa a fuoco da unaricerca Doxa-Aidepi che dice che al Sud, patria per eccellenza della pasta, 1 su 3 la consuma ogni giorno e la porzione media è di circa 80 grammi. Da Roma in giù la pasta piace soprattutto liscia, anche se tutto dipende dal sugo giusto. Secondo le elaborazioni su dati IRI, nel 2016 nel Mezzogiorno sono state vendute oltre 378mila tonnellate di pasta, il 36% del totale. Il doppio rispetto al Nord Est e un terzo in più rispetto a Nord Ovest e Centro. Di conseguenza il consumo di pasta è leggermente superiore alla media nazionale, con circa 25-26 chili pro-capite all’anno.

 

Due curiosità mostrano però uno scenario in evoluzione: i veri fan della pasta stanno spostando il baricentro geografico verso il Centro Italia – dove il 45% mangia la pasta tutti i giorni, contro il 32% del Meridione. E la porzione media di un piatto di pasta nel Sud è di circa 80 grammi a persona, registrando la percentuale più bassa del Belpaese.

 

Interrogati sui fattori di qualità percepita della pasta, gli italiani di regioni come Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, tutte zone ad altissimo tasso di conoscenza e apprezzamento di questo alimento, rispondono in linea con l’opinione nazionale: anche al meridione, gli italiani mettono al primo posto tra gli indicatori di qualità della pasta il fatto che resti al dente e tenga la cottura (78%), che sia fatta con grano di qualità (71%) e che si leghi perfettamente al condimento (58%).

 

Ogni italiano ha il suo preferito tra gli oltre 300 formati di pasta censiti da AIDEPI, ma poi (geograficamente) l’Italia si divide da sempre in due, con Roma a fare da spartiacque tra due mondi e due filosofie, quasi inconciliabili.

Dalla Capitale (esclusa) in giù la pastasciutta piace liscia, che con il 13% delle preferenze tocca le punte più alte di gradimento a livello nazionale. Ma perché la pasta rigata veniva venduta al Nord e a cosa si deve il gradimento per questo formato da Roma in su? “Al Nord questi formati sono diventati popolari per mascherare possibili difetti di produzione dovuti a tempi di essiccazione più lunghi.

Con la sua texture di “picchi” e “valli”, la pasta rigata in cottura espone all’acqua più superficie, resta più al dente nella sua parte spessa e rilascia più amido da quella più sottile – spiega Di Martino.

Dà la sensazione di una pasta tenace anche quando è per metà sovracotta, mascherando eventuali difetti di produzione. Ecco perché questi formati erano popolari al Nord, dove prima dell’“invenzione” dell’essiccamento artificiale, l’assenza di un microclima prevedibile e stabile rendeva più lungo e problematico questo processo”.

 

 

 

( Fonte La Repubblica )

 

Annotazioni a margine

Tra le mie paste preferite posso citare : Verrigni, Martelli, Benedetto Cavaliere.

Consiglio una lettura a questi link :

https://www.scattidigusto.it/2016/02/15/classifica-migliore-pasta-italiana/

ed anche qui :

http://www.diredonna.it/la-classifica-della-migliore-pasta-italiana-artigianale-e-non-3168363.html

Roberto Gatti

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali: » Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente ); >>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino >>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest >>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge ed ai maggiori concorsi italiani.

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