Il Lambrusco non è solo l’accompagnamento perfetto a tigelle e tortelloni, ma un vino ricco di curiosità e molto amato all’estero. Un viaggio che parte delle origini di questo vino fino ad arrivare in America dov’è particolarmente amato
E’ uno dei vini più conosciuti in Italia e sicuramente tra i più apprezzati. Passato alla storia come il vino tipico da accompagnare alle crescentine o alla piadina, è riconosciuto a livello internazionale come un vino che “non può non essere amato”. Conosciamo davvero tutto di questo vino? Ecco le 5 cose che non sapete sul Lambrusco.
#1 IL NOME RACCONTA DELLA CASUALITA’ DELLA SUA NASCITA. E’ stata sempre controversa l’etimologia della parola “Lambrusco”. L’incertezza nasce dalle possibili varianti, c’è infatti chi parla di labo (prendo) e ruscus (che punge il palato), che racconta appunto dell’essere “brusco”, tipico dei vini giovani. Anche se la più accreditata parla analizza il nome come labrum (magine dei campi) e ruscum (pianta spontanea), ed è da questa interpretazione che potremmo ipotizzare l’origine del vino più noto nel modenese. Si trattava, forse, delle piante meno importanti dei vigneti e la sua scoperta fu tanto casuale, quanto sorprendente.
#2 NEGLI ANNI ’70 E ’80 ERA CONOSCIUTO COME LA “COCA-COLA ITALIANA”. E’ una storia che pochi conoscono, perché non è legata a Modena, bensì agli Stati Uniti d’America, dove negli anni ’70 e ’80, il Lambrusco rappresentava il 50% delle esportazioni di vito italiano in America. Il suo successo tra gli Yankees si ottenne per la semplicità a cui il Lambrusco era giunto durante quel ventennio, e ciò piaceva ai palati americani, comunemente non così raffinati come i nostri, tanto da essere denominato la “Coca-Cola italiana”.
#3 E’ UNO DEI VINI PIU’ CITATI DAGLI AUTORI LATINI. I romani avranno anche conquistato il mondo conosciuto, ma il Lambrusco ha conquistato i palati dei più noti autori latini. Infatti a parlare di “vite labrusca” sono Virgilio, che conosceva bene il vino emiliano dato che era nato a Mantova, ma anche Catone nel “De agri cultura”, Varrone nel “De re rustica” e anche il noto Plinio il Vecchio nel “Naturalis Historia”, che descrive le foglie del Lambrusco: “diventano di colore sanguigno prima di cadere”.
#4 CONOSCIUTO DA DUEMILA ANNI, MA MAI COLTIVATO PRIMA DEL ‘300. Sembra un paradosso, ma è vero. Come detto in precedenza, il Lambrusco era noto ai più importanti scrittori e pensatori dell’Impero Romano, eppure nessuno di loro parlò mai di coltivazioni ad hoc del vino. Infatti il primo a descrivere una coltivazione di Lambrusco in maniera tecnica fu Pietro De’ Crescenzi, peccato che visse nel XIV secolo. Questo paradosso confermerebbe l’origine casuale del Lambrusco e il suo legame con i semi di vite silvestre (selvatica).
#5 IL VINO PIU’ MEDIATICO E ROMANTICO AL MONDO. Per chi vive nel modenese, il Lambrusco è tipico da accompagnare alle crescentine o ad una serata di briscola con gli amici. In America è uno dei fenomi mediatici più frequenti del mondo del buon bere e buon mangaire. Il più importante critico enogastronocmio al mondo, Fiona Beckett, ha scritto sul Guardian che il miglior vino da tavola è il Lambrusco. Nel 2013 il giornale di inchiesta politica e cultura più famoso al mondo, l’Huffigton Post, scrisse che per San Valentino lo Champagne è passato di moda, ora servono vini rossi e frizzanti, in primis il Lambrusco. Lo stesso Wall Street Journal consiglia il Lambrusco tra i vini da bere giovani. Anche se il più eclatante è il magazine 7×7, il più importante di San Francisco, che consiglia il Lambrusco come vino perfetto da accompagnare alla cucina Messicana.
( Fonte modenatoday.it )
Annotazioni a margine
Alcune recensioni di ottimi lambruschi degustati ai link :
https://www.winetaste.it/otello-il-lambrusco-delle-cantine-ceci/
https://www.winetaste.it/manicardi-aceto-tradizionale-di-modena-e-lambrusco-grasparossa/
https://www.winetaste.it/sei-lambruschi-degustati-da-decanter/
Buone letture
RG
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