Inutile, ma doveroso, precisare che un vitigno, cosi’ come ogni altra specie vegetale e/o animale, una volta estinto è scomparso per sempre e non ci sarà mai piu’ la possibilità di recuperarlo e tramandarlo alle future generazioni.
Coerentemente con la scelta di salvaguardare la biodiversità, da tempo l’azienda
collabora con l’Unità di Ricerca per la Viticoltura di Arezzo, grazie alla realizzazione di un vigneto sperimentale nel quale sono stati piantati vecchi vitigni un tempo diffusi nella zona ed ora a rischio di estinzione. Con le uve di quelle vecchie varietà sono state effettuate delle microvinificazioni che hanno offerto indicazioni promettenti: perciò, alcuni dei vitigni più interessanti, come Foglia Tonda, Barsaglina, e Pugnitello sono stati riprodotti e piantati in quantità nei nostri vigneti, per arricchire e caratterizzare gli uvaggi e, vinificati in purezza, per restituirci la possibilità di provare sensazioni ormai dimenticate.
LA DEGUSTAZIONE
Sono stati questi i 3 vini proposti in degustazione da Massimo Castellani, docente Ais Toscana, presso Villa Artimino in occasione del premio Italiaatavola, di cui ne abbiamo scritto qui
Questo vitigno è presente solo nella provincia di Massa Carrara, dove conta una superficie di appena 33 ha, è presente nel registro nazionale varietà di vite dal giugno 2003, citazioni negli scritti di Rovasenda e Marzotto nel 1923, è stato abbandonato perchè gli venivano imputati odori sgradevoli nel vino, quando invece si trattava di errori di vinificazione.
BARSAGLINA 2015
Vitigno autoctono in via di estinzione, dobbiamo a Roberto Droandi, dell’omonima azienda sopra citata, il suo recupero :
colore rubino chiaro ; naso pulito di piccoli frutti neri, ribes ; in bocca è fresco, con tannini bene integrati, quasi “ selvaggio “, rustico, buona la persistenza finale, leggermente vegetale.
Molto buono 86/100
BARSAGLINA 2011
Rubino ancora chiaro ; profumo netto, franco, frutto scuro, concentrato, frutta cotta matura, gelatina ; in bocca è caldo, tannini fini, buona acidità, di bella soddisfazione. Persistenza medio lunga
Ottimo 87-88/100
Le caratteristiche principali di questi due vini sono la pienezza gustativa, una buona acidità ancora è pimpante, note di arancia candita, l’agrume è comune a tutte le annate.
Origina grappolo piccolo che può essere racchiuso in un pugno, da qui sembra derivi il suo nome. Il dott. Morganti, ricercatore di vitigni storici dell’azienda San Felice, è stato tra i primi ad impiantarlo .
Pugnitello 2015
Rubino chiaro ; naso pulito e franco non molto espressivo in questa fase, profumi tenui e chiusi ; bocca fresca, gradevole, note di cannella, freschezza e salinità, tannini di qualità, godibile, migliore in bocca rispetto al naso,buona la persistenza finale !
Ottimo 87/100
Pugnitello 2011
In fase di terziarizzazione, evoluto con sentori di nota ematica, carnaceo, note di radice ; in bocca è equilibrato, tannini bene amalgamati di grana fine, buona acidità, grande equilibrio sensoriale, buona salinità, ginepro e note alpine, lungo il finale.
Eccellente 90/100
Fu abbandonato circa un secolo fa, in quanto molto produttivo e le uve difficilmente arrivavano a maturazione. Esiste in Valdadige un’altro vitigno dal nome simile Foja Tonda ma sembra appartenere ai Lambruschi.
In questa valle un’altro caparbio viticoltore, Albino Armani , da alcuni anni va recuperando e riproponendo all’attenzione un vitigno, il cosiddetto foja tonda, di cui analisi ampelografiche e del DNA sanciscono la differenza, sia dall’Enanzio, presente nell’area di Avio, che dal vitigno toscano Foglia Tonda, e che studi approfonditi quinquennali effettuati presso l’Istituto Agrario di S.Michele all’Adige da ricercatori quali Stefanini e Tommasi hanno stabilito essere “una varietà del tutto a se stante, appartenente solo al territorio della Vallagarina meridionale e residente in quest’area da “sempre”, addirittura, all’epoca dell’ultima glaciazione”.
Una varietà imparentata con le vecchie viti “lambrusche” o “labrusche” che ci riportano ai primordi della viticoltura, alla vitis silvestris, alle vecchie viti prefillosseriche su piede franco.
Testardo come un mulo, capace di dare vita a convegni scientifici atti a richiamare l’attenzione su questo unicum viticolo, Armani, in un recente passato, assieme a Paolo Castelletti ha fatto partire la richiesta di reiscrizione della “nuova” varietà denominata Casetta, con i sinonimi di Foia Tonda o Maranela.
Ritornando al “ Foglia Tonda “ toscano è un vitigno molto vigoroso e produttivo, tra i pochi pregi che resiste bene alle malattie quali peronospora, botrite ed in parte all’oidio.
Foglia Tonda 2015
Rubino chiaro; al naso ricorda il sangiovese con note di ciliegie, floreale ; in bocca esprime un buon tannino progressivo, buona acidità, in equilibrio sensoriale, note di frutta, sapido nel finale. Profilo aromatico nel finale che rilascia note di arancia, in questa fase ancora leggermente astringente.
Molto buono /ottimo 88/100
Foglia tonda 2011
Concentrato, austero, proprio dell’annata 2011 ; bel colore rubino chiaro ; naso che ricorda il sangiovese, note di terra, humus e sottobosco, grande “ liaison “ con il sangiovese; in bocca è piacevole, cardamomo, noce moscata, tannino bene amalgamato al frutto, fa salivare a lungo nel finale, godibile.
Ottimo/Eccellente 89/100
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