E se si provasse a cambiare il mondo armandosi di tavolette di cioccolato? È quello che hanno pensato di fare tre ragazze in Svizzera mettendo in piedi una piccola industria di cioccolato. L’idea di questa rivoluzione gentile che mira alle conquiste collettive arriva dal sud, dalla Sicilia. Nella terra di François-Louis Cailler, Daniel Pete (l’inventore del cioccolato al latte), Philippe Suchard (il papà di Milka), di Rudolf Lindt e Rudolf Sprüngl, i grandi pionieri del cioccolato, a indicare un nuovo indirizzo al rinomato comparto svizzero è una catanese. Paola Bellia, 29 anni, è la mente del progetto Cadesio. Per la giovane laureata in Management dell’Accoglienza, cervello in fuga approdato a Losanna, il cioccolato è la forma più efficace di attivismo per scuotere la coscienza ed educare.
Nella vita per vincere bisogna unire le forze: Paola coinvolge chi condivide la stessa visione. Recluta come socie Angela Romagnoli – 27 anni, la cioccolataia del trio, pugliese, pasticciera formatasi alla scuola del Gambero Rosso – e Oranne Corelli, 25 anni, svizzera di origine emiliana che prima di imbarcarsi in questa avventura, come responsabile marketing e comunicazione, lavorava per una fondazione che assegnava borse di studio. L’asset dell’impresa lo spiega a fondo l’ideatrice: “Ispirare. Sostenere. Agire. Sono questi i nostri principi. La cosa funziona così. Se decidi di consumare il nostro cioccolato assumi un impegno a cambiare la società. Cominciamo dall’involucro, dai nostri disegni, che vogliono ispirare ad attuare un cambiamento nella propria vita e nella vita degli altri. Poi ciascuna tavoletta sensibilizza su una determinata tematica sociale e sostiene una fondazione, non a scopo di lucro legata ad essa. Con il nostro cioccolato diamo l’esempio dell’azione. I cambiamenti che si vorrebbero vedere nella società, li adottiamo per prima noi con la nostra azienda”.
Si può quindi imparare a superare le diversità consumando Iride, che sostiene l’associazione Paires, in prima linea nell’accoglienza di rifugiati e migranti attraverso la creazione di tandem tra una persona in cerca di asilo e una persona che vive in Svizzera. Mudita, il cioccolato bianco con wasabi e arachide, ricorda invece che nella vita tutti hanno bisogno di divertirsi, e sostiene bambini ricoverati in ospedale di cui si prende cura la Fondation Planètes Enfants Malades. L’istruzione garantita a tutti è un altro tema centrale della battaglia delle tre imprenditrici. Tanto che hanno deciso di contribuire all’operato dell’Associazione Lire et Ecrire, che ogni anno garantisce l’accesso alla scrittura, a prescindere dall’età e dal contesto sociale, attraverso Ventu, il grand cru monorigine 72 %, con caffè e armellina. Quest’ultimo è anche il cioccolato che le ragazze hanno voluto dedicare a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Ogni tavoletta è accompagnata da consigli per l’uso inerenti lo stato d’animo e il modo di vivere. Il cioccolato Core invita a ricordarsi delle persone che si amano magari mettendo in sottofondo Wonderwall degli Oasis. “Ogni dettaglio risponde alla nostra etica – precisa Paola – a partire dall’origine. La massa di cacao è Felchlin, piccolo produttore attento a livello sociale, seleziona fave in maniera eccellente. Loro pagano coloro che lavorano le fave di cacao, in Venezuale, Madagascar, in Equador, il doppio del mercato ed è un’azienda che nasce come impresa familiare”.
Non mancano le tavolette che affrontano la tematica ambientale. Santiago sostiene MyClimate che cura progetti di protezione del clima, attraverso servizi di istruzione e consulenza. La tavoletta Gea sostiene la Summit Foundation impegnata nella protezione dell’ambiente dei siti naturali altamente frequentati e in particolare della montagna. “Prima nasce il concetto, ci confrontiamo su quello che vogliamo sviluppare e divulgare, solo dopo mettiamo a punto la ricetta del cioccolato”, conclude Paola.
( Fonte Agrodolce )
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